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Vicenda storica dell'affresco e suo inserimento nel percorso della pittura di Vitale da Bologna
Il rapporto con il mondo gotico e con la 'moda'
Tra le diverse suggestioni emerge soprattutto nella composizione di Vitale il legame con la grande statuaria gotica d'oltralpe. Ed è ancora validissimo il suggerimento di Giovanni Previtali, che ne riconosceva significativi rapporti con la scultura dell'Italia settentrionale dei primi vent'anni del '300, e vi leggeva in particolare rimandi ad opere come la Madonna del protiro di Cremona, in cui lo stesso studioso identificava una testimonianza della circolazione di modelli gotici legata alla personalità di Marco Romano, da lui allora ricostruita (1) .
Caratteristica della Madonna di Vitale è in effetti, come in quei grandi modelli, una forte tendenza alla circolarità delle forme, che si ritrova sia nelle linee esterne del contorno delle due figure che nella fascia che attraversa con andamento morbidamente diagonale la veste della Vergine, e nello stesso dialogare delle sensibili mani. E' un andamento che arriva a placare i ritmi molto accentuati di alcuni particolari, come le pieghe della tunica del Bambino, rese con poche rapide pennellate che sottolineano lo scatto affettuoso del movimento, o il divaricarsi in alto del manto della Madonna che scopre la ricchezza decorativa dell'abito e segue lo slancio del Figlio. La costruzione volutamente segnata esalta l'eleganza raffinata della composizione e la ricercata ricchezza delle vesti.
Anche la moda conferma l'appartenenza di quest'opera alla circolazione culturale della prima metà del '300. I due protagonisti della composizione indossano infatti abiti 'lunghi e larghi', secondo il costume diffuso prima degli anni quaranta, come hanno indicato gli acuti studi di Luciano Bellosi (2). E' interessante ricordare che nel modo con cui sono realizzate la tensione e l'ombreggiatura nel collo del Bambino lo stesso storico aveva suggerito la presenza di caratteri accostabili -
Tecnica pittorica