La "Madonna del Ricamo" di vitale: Storia di un "Filo" di Rosa D'Amico e Camillo Tarozzi - vitale

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La "Madonna del Ricamo" di vitale: Storia di un "Filo" di Rosa D'Amico e Camillo Tarozzi

Madonna del Ricamo > Storia di un "Filo"
 
 
 
 

Vicenda storica dell'affresco e suo inserimento nel percorso della pittura di Vitale da Bologna



La miniatura e Lando di Antonio: il Maestro di Santa Maria delle Laudi

Sensibili sono i confronti istituibili tra l'attività di Vitale nel periodo in cui eseguiva la Madonna per San Francesco e la contemporanea scuola dei grandi miniatori attivi a Bologna e nello stesso convento dell'Ordine (1)
.
Significativi rapporti ne sono stati riconosciuti in particolare con l'opera dell'anonimo Maestro- avvicinato per affinità stilistiche al miniatore Lando di Antonio - attivo alla fine degli anni venti negli edifici connessi al complesso francescano e in particolare nell'oratorio fondato da una delle Confraternite laiche e religiose promosse in città dall'Ordine, quella di Santa Maria delle Laudi. Degli  affreschi ricordati da Malvasia che, staccati dalle pareti nel '600, quando si decise la demolizione dell'oratorio, furono trasferiti nella nuova chiesa di Santa Maria dei Poveri, costruita sull'antico Ospedale, resta la Madonna tra i Santi Giovanni Battista e Caterina (2)
.
Frammento di una composizione più grande, che comprendeva la raffigurazione dei confratelli laudesi nella perduta zona inferiore (3)
, è databile tra la fine del terzo decennio del '300 e i primi anni trenta. In quel periodo Lando di Antonio lavorava proprio in rapporto con i francescani e con le Compagnie ad essi collegate. A parere di Massimo Medica fu proprio lui, nel 1334, ad illustrare le Matricole di Santa Maria delle Laudi (4), e ad una simile cultura si collega anche l'affresco: in esso, tutto sommato vicino anche se in modo autonomo alle soluzioni proposte nell'ambito del gruppo  'Pseudo Jacopino' (5), la memoria riminese si unisce al nuovo impulso della suggestione gotica, mediata dalla possibile conoscenza di modelli francesi direttamente consultabili presso lo Studio e negli Scriptoria dell'Ordine
In questo affascinante dipinto è stata letta, accanto all'esaltazione francescana del tema mariano, un'anticipazione di certe cadenze poi tipiche di Vitale. Molte ne sono le affinità  suggeribili proprio con la Madonna, di lì a poco realizzata dal più giovane maestro sul pilastro presso l'altare della stessa Basilica. Simili sono l'affettuoso legame di sguardi tra madre e figlio, la gestualità e l'inarcarsi della figura in movenze di matrice gotica. E il gesto della mano in alto della Madonna di Santa Maria delle Laudi non è generico, così come quello che come vedremo contraddistingue la simile mano nell'affresco di Vitale: tra le dita della più antica Madonna, impostate in una tensione identica a quella del dipinto del maestro bolognese, è stata infatti  identificata in occasione del restauro, nei suoi colori e nella sua materia, la presenza di un fiore, che ne spiega posizione e movimento.


La storia

Tecnica pittorica

La tecnica
 
 
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