Particolarità iconografiche della "Madonna del Ricamo" - vitale

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Particolarità iconografiche della "Madonna del Ricamo"

Madonna del Ricamo > Iconografia
 
 
 
 

Non va dimenticato per quanto fin qui detto che la riscoperta Madonna del Ricamo, con la sua datazione ai primi anni trenta, costituisce, a quanto noto, uno dei primi esempi sopravvissuti del soggetto della Madonna operosa in Italia, interpretato peraltro con autonomia anche rispetto agli esempi fin qui citati. In questa splendida composizione infatti la Vergine- seduta su un cuscino e non in trono, e in origine circondata di raggi luminosi, come nella Madonna dell'Umiltà - non fila come nelle Annunziate bizantine, ma nemmeno lavora ai ferri o cuce come nelle altre Madonne legate al soggetto in Italia, nè sono presenti alle sue spalle elementi allusivi al 'lavoro' come i rocchetti di filo colorato o il lavoro a maglia più di una volta raffigurati nelle Madonne toscane o nella stessa tavola vitalesca del Poldi Pezzoli. La Madre è qui infatti colta nell'atto di  ricamare con un filo di seta un tessuto, che, per confronto con la comparsa di simili elementi nell'iconografia del soggetto, può ben identificarsi anche in questo caso con la 'veste' in un pezzo unico da lei realizzata per il piccolo Gesù, con  simbolica allusione alla tunica della Passione, e a quel percorso Nascita- Sacrificio di Cristo  qui ripreso in modo nuovo, secondo la tradizione più accostante propria del francescanesimo.
Non è  impossibile ipotizzare che la realizzazione di questa immagine presenti sottili rapporti anche con  elementi profani e contingenti legati alla vita cittadina di Bologna dove, proprio agli inizi del quarto decennio, si allargavano i mercati tramite lo sviluppo di nuove specializzazioni artigianali e industriali. Tra queste va annoverata proprio la produzione di tessuti in seta, che negli anni del giovane Vitale era stata da poco importata da Lucca: tale attività, incentivata dalla diffusa costruzione, lungo i numerosi corsi d'acqua che attraversavano la città, di torcitoi idraulici adibiti alla lavorazione della pregevole materia, divenne in breve una delle sue maggiori risorse economiche, e Bologna conquistò una particolare fama proprio per i suoi veli serici, più tardi definiti 'opera bianca' .
Con la commissione a Vitale, maestro già noto e importante, di un affresco legato alla devozione mariana, dipinto sul pilastro presso l'altare di San Francesco, si affermava anche l'opportunità di nobilitare i titolari di un'attività in pieno sviluppo nella Bologna di quel periodo, esaltandone la crescita: l'accostamento a un  tema di  forte impatto devozionale e ad un'iconografia particolarmente 'nobile' poteva anzi essere tra le ragioni che portarono ad affidare a Vitale l'esecuzione di una Madonna raffigurata in un atteggiamento  meno convenzionale

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