L'intervento sul prezioso dipinto, oltre a consentirne l'inserimento nel percorso di Vitale e nella circolazione culturale del tempo, portò, fin dal momento della riscoperta, ad indagarne e approfondirne gli straordinari caratteri di tecnica pittorica.
La costruzione di base è quella tradizionale dell'affresco: vi sono riconoscibili tre giunte di giornata, ovvero tre successive stesure di intonaco destinate a ricevere il colore, secondo la consuetudine legata a quella tecnica. Nella prima sono inseriti il volto e il busto della Madonna, e il blu del cielo, che costituisce il fondale della composizione; la seconda è dedicata alla figura del Bambino; la terza servì a costruire la parte inferiore del grembo della Vergine, il tessuto in basso, e il frammento di color verde nella zona inferiore, verso cui indica la mano del piccolo Gesù, e dove si suppone che la scena continuasse. Un'ulteriore ripresa di quest'ultima giornata interessò per esigenze di rifinitura la fascia che attraversa in diagonale la veste della Vergine, considerata la necessità tecnica di incidervi più profondamente col punzone per l'applicazione dei materiali decorativi (1).
Nel momento stesso in cui si pose mano al recupero dello splendido dipinto la ricchezza stessa della materia fece però sospettare che vi fossero presenti elementi estranei a quella che si riteneva la consueta costituzione dell'affresco del '300 in Italia. Diversi elementi suggerivano infatti che qui Vitale avesse utilizzato una tecnica più complessa, nata dalla sperimentazione e dalla ricerca operativa. L'osservazione approfondita portò a formulare l'ipotesi che anche dipingendo su muro il maestro bolognese avesse lavorato utilizzando colori e velature a ricercare effetti tipici della più ricca pittura su tavola, con una tecnica differentemente modulata che indicava la presenza di decorazioni a pastiglia, e di veicoli oleoresinosi, insieme a tempera e uovo, sia negli impasti che in superficie. Lo stesso impatto visivo determinato nel piccolo affresco dalla qualità materica si trova in effetti, suggerendo straordinari parallelismi, proprio nelle tavole meglio conservate dello stesso Vitale. Basterà osservare il cuscino rosso sulla sinistra dell'affresco, percorso da una sorta di craquelure uguale a quella riscontrabile nelle opere dipinte con la tecnica ad olio, e vederne gli evidenti rapporti con il cuscino dello stesso colore che si presenta tuttora integro nell'Incoronazione della Vergine su tavola della Pinacoteca Comunale di Budrio; o ricordare le velature trasparenti, sicuramente originali, riconoscibili sia pur 'in negativo' nel fondo dorato della Crocefissione Johnson di Philadelphia . E nella stessa direzione si potranno esaminare molti particolari della ricca decorazione che caratterizza ancora il polittico di san Salvatore del 1353 (2).
Le particolarità riscontrate nelle diverse zone della Madonna vitalesca a restauro ultimato valsero a confermare la diversificazione dei materiali usati nella costruzione dell'opera:
- Il cielo, di cui ora resta soltanto il colore di base, è campito a buon fresco: su di esso era steso il prezioso blu lapislazzuli applicato a tempera, ormai presente solo in piccolissime tracce.
- Il manto della Madonna è operato con una campitura rossa subito sopra al giallo sabbia dell'intonachino. La sovrastante lumeggiatura bianca delle luci fu forse realizzata a secco. Probabili sfumature blu ed un colore rosso fortemente smaltato simile a lacca dovevano disegnare sul manto azzurro cangiante la preziosa decorazione floreale del tessuto, con ricchi motivi broccati molto simili- non a caso- a quelli dei dipinti su tavola: le sue tracce possono ancora riconoscersi, sia pur in zone limitate, tramite l'esame ai raggi ultravioletti.
- Nella veste della Vergine, su una campitura rossa uniforme, il lumeggiare del chiaro disegna il volgere dei volumi. Tracce della tinta a tempera di color bruno che ricopriva prima del restauro l'intero affresco e che è stata tolta a secco nella maggior parte della superficie furono lasciate al di sopra della decorazione di questa veste tanto da non potersene distinguere. La loro presenza infatti vale a suggerirne ancora l'andamento, ricco e raffinato, che anche qui vuol fingere motivi broccati: ormai visibile solo in negativo, e riconoscibile anche in questo caso esclusivamente tramite la lettura ai raggi ultravioletti, quella decorazione era operata a rilievo, con una materia porosa ed uno spessore diverso dalla restante pittura. Affine al colore verde che ritroviamo sul risvolto del manto, essa costruiva ampi motivi, che si identificano con la forma a pigna caratteristica dei primi disegni dei tessuti di origine orientale .
- La fascia attualmente di colore rosso che attraversa al centro la veste, formando una sinuosa diagonale, lavorata a punzone e destinata ad accogliere una doratura, è operata con un rilievo che ricorda la corposità del fregio.
- La veste del Bambino, pur nell'affinità dei materiali, è trattata diversamente rispetto a quella della Madre: il colore è pastoso e non più trasparente, ed è nettamente separato dalla preparazione ad indicarne una stesura asciutta per mezzo di calce. Anche in questa zona si voleva imitare un tessuto broccato: tracce della sua decorazione, di colore scuro su fondo chiaro, restano in negativo sul fianco del Bambino. Qui Vitale stese prima il colore di base, quindi disegnò la forma dell'ornato ed ombreggiò il tutto con terra d'ombra molto diluita: caduto il colore ne riconosciamo ora l'impronta con un disegno a losanghe e rombi.
- Volti e incarnati sono costruiti, come questa veste, con colori corposi: bianchi pastosi vi coprono una preparazione più scura già simile all'ombreggiatura delle gote e dello scollo, definite grazie alla luce. Modulata da una sottilissima velatura originale che appare stesa nell'ultima fase del lavoro, quindi a secco, qui la conservazione si mantiene quasi perfetta, dando rilievo al volgere dei volumi e ai sottili e raffinati passaggi che costruiscono le forme.
- Nel cuscino su cui siede la Vergine, la cui esecuzione ricorda la tecnica dei dipinti su tavola, uno strumento appuntito- un bulino- aveva scavato una stesura sottostante, molle come il gesso di Bologna bagnato, ottenendo un effetto contemporaneo di rilievo dei bordi e di profondità delle incisioni. La superficie si conclude con una decorazione a foglie il cui colore arricchisce di lacca un rosso vermiglione posto su foglia di stagno con olio bruno trasparente.
- Le dorature, profuse in origine in molte zone del dipinto, e ancora riconoscibili in tracce, presentano un trattamento che segue le tecniche usualmente applicate nel '300 a questa tipologia decorativa. Nelle stelle, riconoscibili nel blu del cielo lungo il margine superiore del dipinto, l'oro era stato posto su una preparazione a pastiglia spessa che, fortemente soggetta a trazioni e non omogenea all'intonachino, è caduta trascinando con sé ogni traccia dell'oro e della sua base. In altre parti - nelle aureole, nella fascia sulla veste della Vergine, nei bordi delle vesti, nei rombi operati a rilievo della cornice - l'oro fu invece posto con un legante oleoresinoso che rimase assorbito tanto che oggi è visibile solo in giallo agli ultravioletti.
- Nel tessuto appoggiato sulle ginocchia della Vergine, accanto al Bambino, la sottile decorazione in bianco non imita i ricchi motivi broccati che caratterizzano le vesti: essa è posta infatti su una base di cui si identifica la morbidezza. Per la sua realizzazione venne sapientemente utilizzato come fondo il colore ingiallito dell'intonaco. Su di esso Vitale rrealizzò a buon fresco le luci con colore bianco liquido; sopra, il motivo ornamentale pure a fresco fu eseguito con bianco di calce appena più pieno, e concluso con l'ultima ombreggiatura a color seppia delle pieghe. Verso l'alto, sconfinando nella zona preparata nella giornata precedente, la decorazione del tessuto manca nella piega tenuta, in basso, tra le dita della mano sinistra della Vergine.