La scoperta del filo - vitale

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La scoperta del filo

Madonna del Ricamo > Iconografia
 
 
 
 

Fu proprio la puntuale indagine effettuata  sul dipinto per studiarne gli elementi di novità a consentire anche l'identificazione nell'affascinante immagine di un particolare tema iconografico. Una scoperta forse ancora più significativa per la rarità del soggetto, e per gli sviluppi che ha avuto negli anni successivi.
Proprio la visione ravvicinata permise infatti di riconoscere sulla veste della Vergine, oltre alla ricca decorazione,  il percorso di un sottilissimo filo - appena un segno bianco - che si diparte dalla mano destra, in alto, tra le cui dita compare una traccia scura che può ben identificarsi con un ago, e attraversa obliquamente tutta la parte centrale del dipinto (fig. 40): ma dove si conclude questo  filo, non facilmente riconoscibile a prima vista per la sua assoluta sottigliezza? Basterà seguirlo per vedere che esso raggiunge proprio il tessuto poggiato sul grembo della Vergine e sostenuto dall'altra mano (fig. 41). Adesso possiamo dare un nuovo significato alla trasparenza della materia, ottenuta per via pittorica, che lo caratterizza: la sua consistenza leggera è infatti allusiva alla seta, e l'elegante motivo a losanghe incrociate che lo adorna (fig. 35), con un andamento che si ritrova spesso nel '300 nella decorazione dei tessuti come nella pittura e nella miniatura ( a Bologna, Siena, Rimini, oltre che nello stesso Vitale ), è evidenziato da sovrapposizioni di biacca, a costruire un ricamo, non finito sul lato destro (fig. 36). Come già si segnalava a proposito del passaggio tra le giornate, l'ultimo motivo a contatto con la mano che regge in basso il tessuto non uscì mai dal pennello.
L'atteggiamento della Donna, tesa amorevolmente verso il Figlio, con le dita della destra, in alto, racchiuse quasi a formare un nido, in un gesto apparentemente privo di motivazioni che non siano di carattere esclusivamente stilistico, trova allora - come il simile atteggiamento della Madonna di Santa Maria delle Laudi - una spiegazione puntuale proprio in questa presenza quasi invisibile (fig. 43): essa è colta infatti nell'atto di cucire, o meglio, visti i caratteri del tessuto e del suo ornamento, di ricamare. La scoperta del filo, e il significato di quel gesto, consentirono di attribuire all'immagine l'appellativo con cui da quel momento è stata conosciuta. E così  la Madonna di Vitale per San Francesco è divenuta la  Madonna del Ricamo

Difficile riconoscimento del 'filo'
Malgrado l'evidenza di quel filo, c'è chi a lungo ha dubitato della stessa possibilità di identificare in quella traccia- evidentemente legata dal punto di vista della tecnica esecutiva allo strato di decorazione non a fresco - una  parte integrante della materia pittorica originale, e con ciò di collegare l'immagine con il tema iconografico su cui, proprio a seguito della sua scoperta, si era ripreso ad indagare.
Il riconoscimento del filo consentì infatti di collegare la raffigurazione bolognese ad un soggetto -quello della Madonna che lavora, o Madonna operosa- qui tradotto nella stravolta interpretazione del linguaggio gotico propria di Vitale- che a date così arretrate del '300 si riteneva poco diffuso, quando non del tutto ignorato dalla tradizione pittorica italiana.
L'inserimento dell'opera negli anni trenta del secolo XIV ne inserisce in effetti l'esecuzione in un periodo in cui del tema esisteva forse già qualche esempio in Toscana,  ma era soprattutto diffuso, sia pur in una diversa interpretazione, nell'iconografia bizantina e nelle opere che si rifacevano ai modelli della grande cultura di Costantinopoli e del cristianesimo orientale.

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