Dall'Ostensorio a "tempio" all'Ostensorio a raggiera - San Giacomo Maggiore

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Dall'Ostensorio a "tempio" all'Ostensorio a raggiera

Argenteria sacra


Il culto eucaristico, inteso come adorazione ed esposizione dell'Eucaristia, è relativamente moderno rispetto all'esposizione delle reliquie custodite, nei casi più significativi, in sontuosi contenitori e, più comunemente, in una miriade di reliquiari dalle forme più diverse: ora imitano la parte del corpo custodita nel reliquiario - i reliquiari antropomorfi, che prendono l'aspetto di teste, braccia, gambe - altre volte semplicemente mostrano la reliquia in un contenitore a forma di tempietto con teca in vetro per consentire la visione della reliquia.
Quando il culto eucaristico si sviluppa, nel corso del XIII e XIV secolo, e si pone il problema della processione e dell'esposizione dell'eucaristia, il naturale modello di riferimento diventa il reliquiario che, con funzioni analoghe, già da tempo ospitava e mostrava il corpo del santo. Precedentemente l'Eucaristia era solitamente conservata in una custodia chiusa, magari posta sull'altare assieme alle reliquie, come documenta l'Admonitio Synodalis, fin dal X secolo. In essa si stabilisce che sugli altari non possano essere posti altri oggetti oltre all'Evangeliario, le "capse" con le reliquie dei Santi e la "pixsis ad viaticum pro infirmis" che è un oggetto molto diverso dall'Ostensorio. Si tratta di un contenitore per custodire l'Eucaristia da portare agli infermi, ancora in uso, presente pure in san Giacomo in un tardo esemplare
del XVIII secolo.

Una specializzazione dei contenitori eucaristici si avrà solo dal XVI secolo ed è consequenziale ad una riflessione sul corpo e il Sangue di Cristo oggetto di puntualizzazioni all'interno della Chiesa, fin dai primi anni del secolo.
Prima ancora di giungere ad una rinnovata elaborazione dottrinaria, in questi anni di dibattito interlocutorio con i "riformatori",la Chiesa ribadisce anche la legittimità del culto di "visione" dell'Eucaristia e lo fa anche specializzando il contenitore eucaristico che progressivamente abbandona la forma del reliquiario per assumere quella di "sole"  che mantiene fino ai nostri giorni. A quest'ultima tipologia appartiene il bell'ostensorio custodito in san Giacomo, opera del XVIII secolo, datata 1780. Un modello già presente agli inizi del XVI secolo come dimostra l' ostensorio
dipinto da Raffaello nella "Disputa del Sacramento", eseguito intorno al 1509.
Sono anni in cui il dibattito non ha assunto i toni della disputa senza ritorno e questo nuovo modello di ostensorio crediamo accentui il valore della "visione" dell'Ostia attraverso un contenitore dal quale l'Eucaristia è particolarmente visibile. Il dipinto di Raffaello sottolinea inoltre la centralità di questo Mistero.  Dall'altare sono spariti i reliquiari e tutti gli altri arredi che, stando alle descrizioni medievali, spesso accompagnavano l'esposizione dell'ostia.
L'ostensorio che riproduceva le forme del tempio
sottolineava il ruolo della Chiesa quale custode dell'Eucaristia, mentre con il nuovo modello è l'Eucaristia che irradia la sua luce sulla Chiesa.
Bisognerà considerare che una riforma che vuole permeare le coscienze non darà mai risultati immediati. Così se il dipinto di Raffaello documenta, al 1509, l'esistenza del nuovo modello di ostensorio, è certo che il modello usuale, ancora per molto tempo, è da ricercare nell'ostensorio tradizionale. Per tutto il XVI secolo l'ostensorio a tempio continua ad essere usato ed è testimoniato tanto da opere che ci sono pervenute che da dipinti.
In questa Chiesa non ci sono ostensori a tempio, ma lo ritroveremo dipinto, in una delle cappelle del deambulatorio, tra le mani di santa Chiara d'Assisi
. Un affresco eseguito negli anni 80 del secolo ad opera di Cesare Baglioni. Un artista che sempre più sta prendendo fisionomia in questi ultimi anni.
L'acquisizione dell'ostensorio a sole è lenta e progressiva. Probabilmente i due modelli sono stati usati contemporaneamente per cerimonie liturgiche diverse o di diversa rilevanza. Prima di arrivare alla raggiera che circonda la teca, trionfo della luce e dell'Eucaristia, l'ostensorio
appare privo  della raggiera, centrato sulla grande teca circolare. È questa la mediazione tra il modello a tempio e il trionfo della raggiera che nel salmo 18 "in sole posuit tabernaculum meum" trova la pertinente giustificazione scritturale.
Il nuovo modello lentamente si sostituisce al precedente, senza eclatanti cesure, ma convivendo, con un metodo che è proprio della Chiesa, con il "vecchio" che al momento è peraltro preminente e che si tenta di riformare anche all'interno della forma consueta.
In questa logica si pongono le instructiones del Cardiale Carlo Borromeo (Instructiones fabricae et supellectilis ecclesiasticae, 1577) che dà delle disposizioni per migliorare la visibilità dell'eucaristia, pur mantenendo la forma consueta dell'ostensorio, identica a quella dei reliquiari. Il prelato si preoccupa però che la forma non ostacoli la vista dell'Eucaristia. Raccomanda pertanto che le colonnine di raccordo tra la vasca e il cupolino siano di numero pari, un numero di quattro, sei o otto, in modo da non impedire, da nessun lato, la visione del Sacramento.
L'insegnamento del Borromeo trova riscontro nell'ostensorio dipinto
già presentato e a questa stessa logica fanno riferimento la maggior parte dei reliquiari che esamineremo, in gran parte eseguiti tra gli anni ottanta del secolo XVI e i primi decenni del successivo.
Fa eccezione il reliquiario del legno della croce,
in cui la forma strutturale è preminente sulle luci della teca e pur essendo in linea con le coeve linee architettoniche bolognesi, disattende del tutto i precetti del Borromeo che, per altro, sono dettati per la custodia eucaristica.

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