Gli arredi eucaristici - San Giacomo Maggiore

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Gli arredi eucaristici

Introduzione


La maggior parte degli arredi sacri sono stati pensati in funzione eucaristica. In maniera diretta lo sono i calici, le pissidi, gli ostensori, ma al contempo l'incensiere usato per purificare la mensa eucaristica e gli stessi arredi secondari come i candelieri, spesso abbinati ad una croce centrale. La loro luce "illuminava" la celebrazione eucaristica e provava a penetrare i presenti.
Ma ancora non abbiamo visualizzato del tutto questa sacra rappresentazione. Quelle luci che riverberavano sull'argentea lamina il colore della fiammella dei ceri, vibravano per i canti e il suono dell'organo e i singoli pezzi si fondevano nell'azione corale finalizzata all'incontro dell'uomo con Dio.
In questa armonia di colori, di suoni e di luci è anche vero che le singole opere sparivano. Al massimo si poteva cogliere la luminosità degli oggetti, ma nessuno era in grado di osservarne i particolari; leggere il percorso didattico eucaristico che ogni oggetto racchiude; meno che mai distinguere gli stili, l'evoluzione dei singoli pezzi.
Il reliquiario ha una sua specificità assimilabile a quella dell'ostensorio. Con la sua reliquia qualifica spesso in maniera significativa l'ambiente per il quale è stato pensato. Proprio per questo una lettura dell'opera che non tenga conto anche dello svolgimento liturgico in cui di fatto è inserita, finisce per diventare fuorviante o, quanto meno, incompleta. Reputiamo necessario fare questa premessa anche perché, soffermandoci solo sull'oggetto rischiamo di perdere di vista la contestualità che di fatto legava l'opera al luogo di culto e alla liturgia. E' viceversa parte integrante di questa particolare storia - e storia dell'arte - tanto il rapporto che viene a crearsi tra l'opera e la comunità che l'ha generata, quanto il suo ruolo all'interno dello spazio liturgico.  Il reliquiario infatti interagisce con tutti gli oggetti di culto e dialoga con la comunità dei credenti attraverso il suo movimento durante la cerimonia sacra. E' questo un approccio particolarmente importante per una giusta valutazione delle opere  che, fuori del loro contesto, possono anche indurre a errate valutazioni storiche e cultuali. Un reliquiario se non si esamina all'interno di un'azione liturgica, può portare a sopravvalutare l'oggetto  riducendo il culto all'esposizione quasi idolatrica della reliquia.
Viceversa la devozione verso il Santo, secondo l'insegnamento della Chiesa, deve spingere soprattutto ad un desiderio di imitazione della sua santità.
E visto che siamo in una chiesa agostiniana credo sia d'obbligo oltre che calzante la citazione da sant'Agostino "Honorare et non imitari" - dirà il Santo- "nihil est aliud quam mendaciter adulari" (1)
. E questo  al di là delle inevitabili esagerazioni nel culto e delle relative correzioni da parte dell'autorità ecclesiastica. E' pertanto fondamentale imparare a distinguere il pensiero della Chiesa dalla prassi quotidiana ove certamente non sono mancati gli errori dottrinari e liturgici.
Le reliquie dei Santi, e per conseguenza i reliquiari sempre più solenni, sono stati oggetto di particolare attenzione. Si espongono in occasione della festa del Santo - solitamente una volta all'anno -  si portano in processione, sono al centro di veglie di preghiera.
Anche questi oggetti comunque sono riconducibili all'unico culto eucaristico. Non si deve dimenticare infatti che ogni "devozione" cresciuta intorno alla reliquia trova il suo compimento, il più delle volte, nel sacrificio Eucaristico che resta l'elemento centrale di ogni rito.

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