la nuova immagine e il ruolo dei francescani - Pinacoteca nazionale

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la nuova immagine e il ruolo dei francescani

News-Eventi > la Festa cristiana > il Crocifisso
 
la devozione francescana al culto della croce

Questo "Corpo" miracolosamente in piedi e in una posizione innaturale evidenzia intanto il sangue che a fiotti zampilla dalle ferite delle mani e dei piedi e dal costato ove il sangue si mescola ad acqua. Indossa un elegante perizoma dorato e sembra sospeso più che inchiodato alla croce, al punto che i chiodi sono appena accennati, forse nemmeno presenti. Evidentissimi invece i fori da cui fuoriesce il sangue. Il corpo sembra materializzarsi sulla croce più che inchiodato alla stessa. Il legno della croce è dipinto di un azzurro costituito da materiali pregiati (azzurrite e lapislazzuli), delimitato da motivi floreali e contrapposto ad un motivo decorativo geometrico che adorna il tabellone laterale alla Croce.

E contemporaneamente entriamo nel vivo del rinnovato spazio culturale del XIII secolo che vede la nascita di una lingua nuova e la rivoluzionaria presenza di un uomo di nome Francesco. Il Santo è portatore di una inedita sensibilità, per niente priva di cultura e formazione. I suoi modelli culturali sono originali, attingono più alla chanson del geste che alla scolastica, pensano in lingua franca - non dimentichiamo che Francesco è figlio di un mercante che tiene rapporti commerciali con questo mondo - invece che attraverso i collaudati schemi del platonismo. La sua poesia dobbiamo immaginarla accompagnata da una musica dai ritmi innovativi che avrà reso ancora più dirompente il celebre cantico delle creature.



Ma la vocazione di Francesco non è legata ad emozioni momentanee, è frutto di meditazione, di scelte consapevoli e dirompenti e uno dei punti di riferimento della sua celata spiritualità risiede nella devozione, nell'adorazione dell'Eucaristia. Né possiamo dimenticare la complicità di una croce dipinta nella scoperta della sua vocazione: Il celebre crocifisso di san Damiano.

Il Santo raccomanda più volte ai suoi frati il culto verso l'Eucaristia. Lo fa tanto nella regola che nelle lettere. "vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, crediamo e fermamente crediamo che il suo Santissimo corpo e sangue sono vivi e veri" (p. 138). Così nella regola, ma più volte torna ad esortare i suoi frati in numerose lettere, raccomandando l'adorazione e quella che possiamo definire la "tutela" degli oggetti che servono a celebrare il mistero eucaristico "ovunque il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo sarà stato senza decoro collocato e lasciato, sia tolto di là e sia posto e custodito in un luogo prezioso" (p. 160) e ancora, in altra occasione, raccomanda che i frati prestino "tutto il rispetto e tutta l'adorazione al Santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo" (p. 162). Sempre insiste sulla corrispondenza tra il sacrificio sacramentale e il "Corpo e il Sangue" realmente presenti in quel sacrificio.

 
 
 
 
 
 
 
 
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