Francesco del Cossa (Ferrara, 1436 - Bologna, 1478) - Pinacoteca nazionale

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Francesco del Cossa (Ferrara, 1436 - Bologna, 1478)

Artisti
 

Madonna col Bambino in trono fra i Santi Petronio e Giovanni Evangelista, adorata dal committente Alberto Cattani
Datazione: 1474
Dimensioni: cm. cm. 227,2 x 267
Provenienza: Istituto delle Scienze; donato nel 1785 dal Foro dei Mercanti di Bologna
tecnica: tempera su tela

Commissionata nel 1474 per la residenza dei Mercanti, è una delle opere più prestigiose del maestro ferrarese, ormai da quattro anni attivo a Bologna.


Francesco del Cossa, celebre esponente della Scuola ferrarese, fu maestro di Ercole de’Roberti insieme a Cosmè Tura con il quale dipinse il Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, nella sua città natale.

La presenza dell'artista in città costituì uno dei principali stimoli alla trasformazione in senso rinascimentale della cultura locale.


Descrizione dell'opera

La presente pala, una tempera magra su tela, presenta condizioni di conservazione che svelano una compromissione dei valori cromatici, con effetto di progressivo indebolimento della materia, forse dovuta alla mancanza sottostante di una adeguata preparazione a gesso. L’opera proviene dall’antico Foro dei Mercanti di Bologna, per il quale fu commissionata dal Giudice dei Mercanti Alberto Cattani e dal Notaio Domenico Amorini, entrambi eminenti figure civiche. Al centro della composizione, assisa su un trono rialzato, vediamo la Vergine che regge il Bambino seduto sulla gamba destra. Lo spazio circostante è l’interno di un edificio sacro, la cui architettura rimanda a un certo sincretismo stilistico. La Vergine è sovrastata da una volta a botte con cornice ad arco a tutto sesto, decorata a ovoli, in parte spezzata e pertanto compromessa nella sua continuità e integrità, da cui pende una fila di perle di corallo, interrotte da perle trasparenti. Al corallo, fin dal Medioevo, furono attribuiti poteri apotropaici e quindi fu considerato un amuleto contro i pericoli: essendo rappresentato in prossimità di Gesù bambino potrebbe essere un simbolo di protezione. In posizione retrostante al trono, in alto, ai lati della volta, è ben riconoscibile la scena dell’Annunciazione stagliata su un cielo solcato da nubi: a sinistra compare l’arcangelo Gabriele inginocchiato, con l’attributo del giglio fiorito e a destra Maria annunciata, con le braccia incrociate sul petto in segno di mesta accettazione.  
La Vergine compare una seconda volta, in primo piano e in trono, unitamente a Gesù bambino, e i rispettivi volti sono ritratti con realismo espressivo fortemente connotato, che conferisce a questo soggetto tratti cortigiani, quasi profani. Nondimeno l’impostazione tradizionale della Sacra conversazione impone il riconoscimento di alcuni elementi inequivocabili: ad esempio la presenza dei Santi, a partire, da sinistra, con la solida e significativa immagine di San Petronio, ritratto in età avanzata, in abiti vescovili, e dotato di pastorale, mentre regge una raffigurazione in scala ridotta della città di Bologna di cui è Patrono. A destra nella composizione e quindi a sinistra della Vergine vediamo, in allineamento con San Petronio, Giovanni Evangelista, intento a leggere il Vangelo aperto tra le mani: il suo volto è giovane, con tratti virili e lineamenti marcati. Anche San Petronio, ha tratti definiti e un’espressione austera, quasi severa. La Vergine volge lo sguardo interrogativo all’osservatore, mentre la direzione dello sguardo di Gesù resta più indefinita, anche se apparentemente rivolta all’esterno della composizione. Ai lati dei braccioli del trono verginale emergono due trionfi di frutta, contenuti in candelabri decorati a girali sul cui basamento compaiono teste d’angelo. Alberto Cattani appare ritratto di profilo tra San Petronio e la Vergine, mentre Domenico Amorini risulta solo dall’iscrizione in lettere capitali romane che, posta sul gradino del trono, celebra i due committenti e documenta l’anno di esecuzione dell’opera; infine, sul pavimento e in ardito scorcio prospettico, scorgiamo la firma dell’artista e l’indicazione della sua città d’origine.



Autore della scheda: Loretta Secchi
Curatrice del Museo tattile di pittura antica e moderna “Anteros”
dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza – Bologna

 
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