Dall'Annuncio della Salvezza a san Bartolomeo, patrono dei bisilieri - baldacchino della peste

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Dall'Annuncio della Salvezza a san Bartolomeo, patrono dei bisilieri

Annunciazione
san Bartolomeo
patrono dei bisilieri
san Matteo
patrono dei salaroli
san Giuseppe artigiano
patrono dei falegnami
sant'Eligio
patrono degli orafi
san Luigi
Fortificati dalla dottrina posta sul lato frontale, prima di avventurarsi nell’identificazione dei singoli santi, che segnano devozioni particolari, la storia della salvezza di tutti è compendiata nell’immagine della Vergine che accoglie il Verbo annunciato da Gabriele. Un inizio che fa ragionevolmente pensare che le storie vanno lette a partire da questa rappresentazione.
Nella bandinella a questa attigua, un santo coronato con in una mano lo scettro. L’indice alzato della mano destra è volto ad indicare l’Annunciazione. Lo sguardo fissa gli astanti, dialoga con i presenti. Questo santo è l’unico a veicolare un messaggio attraverso il gesto della mano e la vivacità dello sguardo. Rimanda al primo Annuncio, forse testimonia la veridicità di quell’annuncio e lo fa da una posizione di sicuro prestigio: è un re. Un re che indossa una semplice tunica che lascia scoperto buona parte del busto. Un nudo oggi pieno di “buchi” lasciati da fili caduti. Forse mostravano delle “croste” scure fissate sulla pelle. Potevano essere i segni di una malattia: la peste.
Potrebbe trattarsi di san Luigi, Luigi IX, re di Francia, sovrano che cerca di vivere da re e cristiano del suo tempo. Secondo la tradizione muore di peste a Tunisi, nel 1270, nella seconda sua crociata .
Il Re-Santo che in quell’epidemia ha visto morire il figlio, come tanti tra i bolognesi che sopravvissuti si accalcano in piazza in quel 3 maggio del 1634, gravati ancora dal dramma vissuto, ma per molti non superato. Ed è il re-Santo, divenuto familiare ai bolognesi perché ha sofferto il loro stesso calvario culminato nella perdita del figlio, che indica nell’Annuncio alla Vergine, nel fiat di Maria, la via da seguire soprattutto nell’ora della prova.

Dopo san Luigi, a introdurre la sequela dei santi patroni, apre la serie la bandinella che raffigura sant’Eligio, patrono degli orafi.
A sant’Eligio segue la bandinella con la figura di san Giuseppe, patrono dei falegnami. Artigiani di somma utilità durante la peste. A loro si deve l’allestimento del nuovo lazzaretto, a loro si ricorse per i tanti lavori di quotidiana emergenza come chiudere le case infette, sprangare le finestre, allestire e riparare carri e barelle per trasportare morti e ammalati. In particolare, infuriando la peste e risultando insufficienti i posti disponibili nei lazzaretti, un bando del 12 agosto ordina la costruzione di un nuovo lazzaretto e dispone che “niun muratore, ò falegname lavori altrove, che al nuovo lazaretto fuori di porta s. Vitale”,  sospendendo ogni altro lavoro fino a compimento della fabbrica. Il 19 marzo “La Compagnia de’ falegnami fa la festa alla sua residenza nelle Cimarie, dove si vede lo Sposalizio di S. Gioseffo, in pittura d’Oratio Samachini, e visita la sua cappella di S. Gioseffo nella chiesa de’ mendicanti à porta S. Vitale; fa per impresa una Dolatura, ordegno di ferro, con il manico di legno, usato da falegnami” .
Le ultime due bandinelle delle sei che si dipanano sui due lati lunghi del baldacchino, raffigurano san Matteo Evangelista e san Bartolomeo. San Matteo, benché colto nelle sue funzioni di evangelista occupa la quinta bandinella perché patrono della Compagnia dei Salaroli, che riuniva tutte le maestranze che utilizzavano il sale per la conservazione delle carni . Un settore particolarmente colpito dalla peste nei suoi interessi commerciali come tutti gli altri che lavoravano le carni, dalla macellazione degli animali alla lavorazione delle pelli. I primi ad essere attenzionati dalle pubbliche autorità nella campagna di igienizzazione messa in atto per contrastare l’epidemia .
San Bartolomeo, patrono dei Bisilieri, chiude questo lato del baldacchino affiancando i Salaroli. La raffigurazione del santo non presenta caratteristiche di rilievo. Il 24 agosto, dopo aver messo a dimore i raccolti estivi, a Bologna è il momento della grande festa che coinvolge ogni ceto sociale e che culmina con il lancio alla plebe di una porchetta arrostita.
Nello stesso giorno la compagnia dei Bisilieri a “Porta Ravegnana fa la festa del protettor suo S. Bartolomeo” e offre cera alla vicina chiesa di s. Bartolomeo de’ padri Teatini. “Fanno per impresa due balle di lana drizzate in piedi.”
“Questo giorno sogliono ammazzare e vendere carne porcina, e gli antiani già solevano regalare di porchetta arrostita i parenti e amici loro”


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